Ludwig Feuerbach e la prospettiva antropologica

Vita di Feuerbach


1.Infanzia e formazione (1804–1824) 

Feuerbach nasce il 28 luglio 1804 a Landshut, in Baviera, figlio di un noto giurista, Paul Johann Anselm Feuerbach. Inizialmente studia teologia a Heidelberg, ma presto si allontana dalla


religione e si appassiona alla filosofia. Si trasferisce a Berlino per studiare sotto Hegel, che influenzerà profondamente il suo pensiero.


2.Gli anni accademici (1824–1830)

Dopo aver lasciato Berlino, Feuerbach si sposta a Erlangen, dove studia filosofia in modo più indipendente. Nel 1828 ottiene il dottorato con una tesi sull’infinità e inizia ad allontanarsi dall’idealismo hegeliano.


3.Critica della religione e opere (1830–1848)

Nel 1830 pubblica “Pensieri sulla morte e l’immortalità”, un’opera anonima in cui critica la religione cristiana e nega l’immortalità personale, il che lo porta ad essere emarginato dal mondo accademico. Si stabilisce in campagna e continua a scrivere. Nel 1841 pubblica “L’essenza del Cristianesimo”, la sua opera più importante, in cui sostiene che Dio sia una proiezione dei bisogni umani e che la religione rifletta la natura dell’uomo più che una realtà divina. Feuerbach diventa una figura chiave del movimento materialista e influenza profondamente Karl Marx e Friedrich Engels.


4.Declino e difficoltà (1848–1872)

Durante le rivoluzioni del 1848, Feuerbach partecipa brevemente alla politica ma senza successo. La sua filosofia viene presto oscurata dal marxismo, e Feuerbach cade in povertà. Negli ultimi anni vive isolato e malato. Muore il 13 settembre 1872 a Norimberga.


Il pensiero di Feuerbach


Feuerbach è noto soprattutto per la sua critica della religione

1.Religione come proiezione: secondo Feuerbach, Dio non è un’entità reale, ma una proiezione idealizzata delle qualità umane (amore, potenza, saggezza).

2.Umanesimo: Feuerbach promuove una visione incentrata sull’uomo e sulla sua capacità di realizzarsi attraverso l’amore e la comunità

3.Materialismo: abbandona l’idealismo hegeliano per una concezione materialista e naturalistica dell’uomo.


Prospettiva antropologica


LO "SPIRITO ENTOMOLOGICO" DI HEGEL

Feuerbach individua nell'hegelismo il disinteresse per ogni aspetto sensibile e materiale dell'esperienza umana. Hegel parte dal concetto astratto di « essere » e procede ad analizzarlo dividendolo e categorizzandolo, ma senza istituire alcun rapporto autentico con l'essere concreto (cioè non analizza mai la realtà). In Hegel quindi il movimento dell'idea che deve condurla ad allenarsi da sé, ovvero a esteriorizzarsi nel mondo concreto, è in realtà un movimento tutto interno al concetto: è per questo che Feuerbach definisce l'alienazione hegeliana come « una finta ». Hegel infatti costruisce le categorie dello spirito senza mai partire da un'analisi della realtà, cercando di trattenere quest'ultima in questa categorie. In questo senso, Hegel inverte i rapporti di predicazione. Infatti egli fa dell'« essere concreto » un semplice predicato (per Feuerbach invece è la vera sostanza del mondo), mentre fa il « pensiero astratto » come soggetto (considerato da Feuerbach non sostanziale). Quindi considera il pensiero come « sostanza » del reale e l'essere umano come suo attributo. Di conseguenza, Feuerbach definisce la filosofia hegeliana come « mistica razionale », ovvero un sistema che alla base di tutto ha il pensiero e non un'entità concreta.

Feuerbach vuole quindi capovolgere la filosofia hegeliana elaborando una filosofia materialistica e umanistica, avente a fondamento delle riflessioni la corporeità e la sensibilità dell'uomo (non l'entità astratta dello Spirito): non lo Spirito, ma l'uomo. Egli contrappone quindi all'idealismo

Hegeliano una forma di materialismo (negazione dell'esistenza delle sostanze spirituali riducendo la realtà a materia) che pone al centro della sua riflessione l'essere umano. Per fare ciò egli critica la religione dal momento in cui è responsabile del rifiuto della corporeità, quindi dell'allontanamento dell'umanità dalla sua autentica natura.


LA CRITICA ALLA CONCEZIONE HEGELIANA DELLA RELIGIONE

Nell'opera « filosofia e cristianesimo » egli osserva che la filosofia si rivolge alla ragione e all'intelligenza, mentre la religione all'animo e alla fantasia; ciononostante nel corso dei secoli si è sempre cercato di fondere le due discipline. Così la teologia si è trasformata in un tentativo di rendere razionali i principi della religione utilizzando l'apparato logico della filosofia, mentre la filosofia è stata spesso misurata in base alle sue capacità di essere cristiana. In questo modo anche la filosofia di Hegel si è sforzata di apparire conciliabile con i dogmi del cristianesimo, sacrificando al pensiero logico razionale l'essenza autentica della religione.

Ogni religione per Feuerbach ha origine tramite un processo di alienazione che, se per Hegel significa l'estraniazione dello Spirito da sé stesso, per Feuerbach indica l'uomo che proietta fuori di sé alcune qualità attribuendole a un'entità divina che chiama « Dio», alla quale poi si sottomette. A questo punto Dio è il risultato dell'alienazione di alcune proprietà umane le quali vengono oggettivata in un'entità esterna. Ad esempio gli esseri umani sono capaci di pensiero razionale, hanno la volontà di agire, hanno il cuore... tuttavia non percepiscono queste facoltà come specifiche del loro essere, e le proiettano fuori di sé descrivendo Dio come un essere onnisciente e onnipotente. Così la teologia risulta essere un'antropologia capovolta cioè una riflessione su quelle che in realtà sono proprietà umane.


L'ATEISMO DI FEUERBACH

Pensare che Dio abbia creato gli uomini a sua immagine e somiglianza è il secondo passo compiuto consapevolmente e volontariamente. Il primo invece è quello dell'uomo che costruisce inconsapevolmente e involontariamente Dio secondo la propria immagine.

L'intento di Feuerbach è quello di dimostrare che non è stato Dio a creare l'uomo, ma è stato l'uomo a creare Dio. In questo modo aiuta l'umanità a compiere il passo finale.

La consapevolezza che Dio non è nient'altro che la proiezione immaginaria dell'essere umano e dunque l'ateismo. In Feuerbach l'ateismo è la riappropriazione da parte dell'essere umano della sua essenza, quindi rientra in possesso della propria natura comprendendo che le qualità divine

attribuite a Dio sono presenti negli uomini prima di tutto.





















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