Nietzsche


Opere giovanili:
"la nascita della tragedia" (1872) - "la Gaia scienza" (1882) dove vi è l'aforisma di Dio - "così parlò Zarathustra" (1883-84-85) dove i temi fondamentali sono il superuomo e l'eterno ritorno dell'uguale.
Gli scritti dell'ultimo periodo trattano temi come il nichilismo; l'opera più importante è il crepuscolarismo degli idoli. Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati dalla follia, con vari ricoveri fino alla morte. Nietzsche anticipa quello che sarà il nichilismo del 20° secolo.

La nascita della tragedia: in quest'opera unisce i suoi interessi filologici con quelli artistici. In quest'opera Nietzsche cerca le origini della nascita della tragedia greca.

Egli parla di due impulsi tipici del mondo greco: APOLLINEO E DIONISIACO.

L'apollineo è l'equilibrio, l'ordine, ciò che è bello, un impulso verso ciò che non eccede. Il dionisiaco rappresenta l'eccesso, l'ebbrezza, tutto ciò che riguarda l'al di là del limite, il sì alla vita. Questi due impulsi dello spirito del mondo greco camminano separatamente; la tragedia ha origini nell'unione tra apollineo e dionisiaco e quando ci sarà un perfetto equilibrio tra i due raggiungeremo i livelli massimi di tragedia di Eschilo e Sofocle.


Fase illuminista: dopo la nascita della tragedia ci sarà la fase illuminista. In questa fase rivaluta il ruolo della scienza, però come metodo critico genio-logico, cioè un metodo che mette in discussione le cose e cerca le origini delle cose. Le opere principali di questo periodo sono la "Gaia scienza" e umano, troppo umano. In quest'ultima opera Nietzsche afferma che dove l'uomo vede degli ideali lui vede cose umane, troppo umane. Nella "Gaia Scienza" tratta di argomenti terreni e critica il cristianesimo formulando un aforisma sulla morte di Dio e sulla follia dell'uomo. La morte di Dio è un racconto, ricco di metafore e immagini, dove racconta di quest'uomo folle che cammina con una lanterna alle luci dell'alba, annunciando la morte di Dio in una piazza. Tutti lo deridono, ma quest'annuncio va al di là dell'ateismo; la morte Dio rappresenta l'annullamento delle certezze ultraterrene e metafisiche che nascono dalla debolezza umana. Nietzsche afferma che l'esistenza di Dio è una menzogna millenaria e per questo viene definito il filosofo del sospetto: egli non si fida dell'idea di Dio e pensa che ci sia qualcosa di marcio sotto, così come fece Marx col Capitalismo. Nietzsche afferma che sia stata l'umanità ad aver ucciso Dio, sostituendolo con altri idoli (comunismo e scienza ad esempio). Per il filosofo questo è sbagliato dato che l'uomo deve saper vivere sulla Terra sapendo che non c'è nulla al di là di essa. Con la morte di Dio nascerà il superuomo. Senza Dio non c'è più un punto di riferimento, non c'è più speranza per l'uomo "debole"

", ma la morte di Dio segna la nascita del superuomo, colui che

sopporta l'assenza di un punto di riferimento ed è capace di costruire da se un nuovo mondo.

Il superuomo accetta l'eterno ritorno dell'uguale, tema che tratterà nel così parlò Zarathustra, dove viene posta una domanda all'uomo da un demone: all'uomo viene chiesto se rivivrebbe la sua vita per sempre, non ci sarà nulla di nuovo. Contro le aspettative l'uomo dice si perché gli basterà un singolo attimo di felicità, di gioia, di gloria, per rivivere la sua vita all'infinito. Quindi la vita non è più lineare ma circolare.


così parlò Zarathustra: il primo passo di quest'opera si chiama "le 3 metamorfosi" ed è ricco di significato poiché parla dello spirito umano che da cammello si fa leone e da leone si fa fanciullo. Queste sono le tre metamorfosi con cui si apre il così parlò Zarathustra.

Il cammello rappresenta l'uomo che porta sulle spalle il peso del passato e il peso del TU DEVI. È un animale debole, che obbedisce e rappresenta lo spirito che è ancora legato ai valori cristiani, all'obbedienza e al TU DEVI. Il leone invece rappresenta il passaggio dal dovere al volere, alla libertà da: il leone è cioè libero dalle catene e dai pesi del passato.

Tutto ciò non basta per formare il superuomo; infatti, quest'ultimo si trova nel passaggio da leone a fanciullo. Il fanciullo rappresenta la libertà di. C'è differenza tra libertà di, che è una libertà positiva, e la libertà da, che è una libertà negativa o di avanzamento. Il fanciullo è libero dal peso del mondo, rappresenta un'umanità NUOVA, ovvero "'oltre uomo" (superuomo). La figura è chiamata fanciullo non perché sia ingenuo, ma perché è libero di vedere il mondo senza il peso del passato, proprio come fanno i bambini.

Un altro passo del così parlò Zarathustra è chiamato "visione enigma". Qui è spiegato l'eterno ritorno dell'uguale: questo ritorno dell'uguale non è una concezione cosmologica, ma è un'idea che rappresenta la scelta del superuomo rispetto al tempo, cioè la capacità di vivere l'attimo. Il tempo del superuomo non è lineare ma circolare, tant'è vero che Nietzsche ci parla di un incontro Zarathustra e un giovane pastore: Zarathustra vede questo pastore rotolarsi con un grande serpente nero, soffocato e stravolto in viso. Questo serpente rappresenta l'eterno ritorno, un qualcosa di soffocante. Il pastore seppe mordere il serpente, sputò la sua testa e si rialzò. Poco prima egli soffocava e ora stava bene: si ha questa trasformazione da pastore a superuomo che inizia a ridere dopo aver battuto il serpente. Questa trasformazione è accomunata al fanciullo delle 3 metamorfosi.

La risata del pastore è una risata liberatoria, di felicità dell'uomo che si è liberato dal peso dell'eterno ritorno perché lo ha scelto; infatti, il superuomo è colui che sceglie il ritorno dell'eterno uguale, sceglie di vivere l'attimo, di vivere il tempo nella sua circolarità.

Nell'ultimo passo dell'opera di abbiamo la critica al cristianesimo, alla morale cristiana e alla volontà di potenza. Nietzsche distingue la morale dei signori dalla morale degli schiavi: la morale dei signori è la morale del mondo classico, del mondo antico, dove pochi dominavano su molti, e che avevano come valori la salute, la forza, la vita e la gioia. Con il cristianesimo abbiamo un capovolgimento della morale e nasce la morale degli schiavi. La morale cristiana secondo Nietzsche si basa su dei valori che definisce ANTIVITALI (contro la vita).

La religione cristiana ha prodotto un uomo debole, un uomo rinunciatario che non dice si alla vita. Da qui nasce la morale degli schiavi basata sul sacrificio e con un rovesciamento dei valori che negano un aspetto fondamentale della vita umana che è la corporeità e la voglia di vivere. È in questa fase che Nietzsche propone una trasvalutazione di tutti i valori. Il superuomo opera una trasvalutazione dei valori perché deve essere capace di trasvalutare la morale degli schiavi e rimettere al centro i valori vitali.

L'ultimo concetto è la volontà di potenza, concetto che è stato un po' frainteso perché la sorella di Nietzsche pubblicò un testo che sembrava una teoria del nazismo. Ma la volontà di potenza non è una volontà di sopraffazione né di dominio, ma è quella capacità creativa che porta all'oltre uomo o superuomo, il quale ha superato la morte di Dio e adesso dà il senso alla vita con la volontà di potenza. Quindi non si parla più di TU DEVI ma di IO POSSO e di I0 VOGLIO.

Nell'ultimo passo del così parlò Zarathustra, Nietzsche, fa riferimento a un passo importante del crepuscolo degli idoli, e parla di come il mondo vero finisca per diventare una favola. Ci sono 6 tappe che il mondo vero attraversa per diventare favola:

  1. Tappa di PLATONE: la filosofia greca dice che il mondo greco è attingibile da parte dei saggi
  2. Tappa del CRISTIANESIMO: il mondo vero è attingibile da tutti e viene promesso
    ai virtuosi
  3. Tappa di KANT: il mondo vero si fa noumeno, che è l'idea in se pensabile ma non conoscibile
  4. Tappa del POSITIVISMO: annuncia il primo risveglio della ragione che afferma che il mondo vero non esiste
  5. Tappa della FILOSOFIA DEL MATTINO: ci dice che il mondo vero è un'idea inutile e superflua. Con l'eliminazione del mondo vero cade anche il mondo apparente.

Con la filosofia Zarathustra e con la filosofia del meriggio si elimina il mondo vero apparente; abbiamo quindi la definitiva morte di Dio. Non si avrà più né il mondo vero né quello apparente, avremo solo il mondo.




Friedrich Nietzsche sviluppa la sua filosofia a partire da una critica radicale alla tradizione occidentale, individuando nella contrapposizione tra il dionisiaco e l’apollineo, nella critica a Socrate e nella morte di Dio alcuni dei suoi concetti chiave.


Dionisiaco e Apollineo

In La nascita della tragedia (1872), Nietzsche introduce la distinzione tra due principi fondamentali dell’arte e della vita:

- L’apollineo, ispirato ad Apollo, rappresenta l’ordine, la razionalità, la misura, la forma e l’illusione estetica. È il principio dell’individuazione (principium individuationis).

Il dionisiaco, ispirato a Dioniso, simboleggia l’ebbrezza, l’irrazionale, la dissoluzione dell’individuo nella totalità della vita, l’esplosione della volontà e del caos creativo.

Secondo Nietzsche, la tragedia greca nasce dalla fusione armonica di questi due principi. Tuttavia, con Socrate e la filosofia razionalista, l’equilibrio si rompe e il dionisiaco viene progressivamente soffocato dall’apollineo.


Critica a Socrate

Nietzsche vede in Socrate l’origine di una degenerazione della cultura occidentale. Lo accusa di aver introdotto un eccesso di razionalismo e moralismo, distruggendo l’istintualità dionisiaca della vita. Per Nietzsche, Socrate incarna la decadenza, poiché cerca di imporre la ragione come unico criterio di valore, ignorando la dimensione vitale, irrazionale e creativa dell’esistenza.


Also sprach Zarathustra e il grande annuncio

In Così parlò Zarathustra (1883-1885), Nietzsche presenta la sua filosofia in forma poetica e simbolica. Il protagonista, Zarathustra, è un profeta che annuncia la necessità di superare l’uomo e la vecchia morale. Qui emergono due idee fondamentali:

- La morte di Dio, cioè la fine delle certezze assolute e dei valori tradizionali su cui si fondava la civiltà occidentale, in particolare la morale cristiana.

- L’oltreuomo (Übermensch), ovvero l’individuo capace di creare nuovi valori al di là del bene e del male, affermando la vita in tutte le sue contraddizioni.


La morte di Dio

La famosa affermazione “Dio è morto” compare in La gaia scienza (1882) e in Così parlò Zarathustra. Non è una constatazione ateistica banale, ma un evento epocale: la fine dell’idea di un ordine assoluto e trascendente. La morte di Dio lascia un vuoto di senso, che porta al nichilismo. Tuttavia, Nietzsche non si limita a denunciare questo problema: propone di superarlo attraverso la creazione di nuovi valori, con l’oltreuomo come figura centrale di questa trasformazione.

Questi concetti sono alla base della critica nietzschiana alla civiltà occidentale e della sua proposta di un nuovo modello di esistenza, libero dai vincoli della morale tradizionale e aperto alla potenza creativa della vita.










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